domenica 7 gennaio 2024

Incendio nel piazzale di un’azienda a Borgaro Torinese, in fiamme centinaia di bancali:

 

Incendio di pallet nel piazzale esterno di una ditta di via Emilia a Borgaro Torinese nella notte tra sabato 6 e domenica 7 gennaio. Sul posto, intorno all’una, sono intervenute diverse squadre dei vigili del fuoco provenienti da Torino e dall'area metropolitana. Non risultano persone coinvolte.   L'azienda è dal 2019 a Borgaro Torinese dove opera in una sede con superficie di circa 30.000mq coperti e 20.000mq scoperti per un totale di 53.000 mq per lo stoccaggio e la manutenzione di pallet.

(FONTE:https://www.torinotoday.it/cronaca/borgaro-torinese-incendio-azienda-pallet-7-gennaio.html)

ITALIA un muro di gomma: dal 1948... : MELONI c'è da affrontare il Paese reale, quello ...

ITALIA un muro di gomma: dal 1948... : MELONI c'è da affrontare il Paese reale, quello ...:   Tra ex Ilva, Almaviva e 60 crisi aziendali, per Meloni è ora di affrontare il paese reale. Sono troppi i dossier all’attenzione del minist...

giovedì 21 dicembre 2023

Come prendersi cura del cervello : a tutte le età

 I ricercatori sostengono che non è mai troppo tardi per cambiare le proprie abitudini, migliorare le funzioni cerebrali e vivere una vita più lunga e sana. Alcuni anziani praticano arti marziali con i kata. La salute del nostro cervello è l’indicatore più significativo dello stato della nostra salute, è il fattore fondamentale, che determina la qualità della nostra esistenza.

Un’auto guidata coscienziosamente, alimentata con benzina di buona qualità, alla quale viene cambiato l’olio regolarmente e che viene riparata con ricambi nuovi quando l’usura lo richiede, molto probabilmente durerà di più di una che viene trattata male o trascurata. Allo stesso modo, il metodo più facile per avere un cervello sano nella mezza età e oltre è mantenere buone abitudini, sia a livello fisico che mentale. Ma che succede se una persona tarda a fare le riparazioni necessarie, agendo come il proprietario di un’auto lasciata ad arrugginire per anni oppure usata troppo a lungo con olio vecchio o insufficiente? Un motore può sempre essere cambiato; noi, invece, abbiamo un solo cervello, che di base è composto degli stessi neuroni della nascita, più qualcuno che si aggiunge in aree molto specifiche. È possibile salvarli - o addirittura rafforzarli - una volta che cominciano a deteriorarsi? La Dott.ssa Marian Diamond, neuroscienziata dell’Università della California di Berkeley, è fermamente convinta che non sia mai troppo tardi per usare al meglio il nostro cervello. La neuroscienziata Marian Diamond è fermamente convinta che non sia mai troppo tardi per migliorare le proprie funzioni cerebrali. Ecco perché. Negli anni ’60 Diamond mise a confronto due gruppi di topi da laboratorio. Il primo era confinato in uno spazio paragonabile a una grigia cella di isolamento in un carcere di massima sicurezza. Affinché rimanessero vivi gli animali erano alimentati giorno per giorno con semplici razioni, ma a livello cerebrale ricevevano scarsi stimoli: non avevano giochi o problemi da risolvere, né venivano riuniti con altri topi per spezzare la noia. Il secondo gruppo, invece, era sottoposto a una specie di “scuola per topi”, con tanto di ricreazione. Avevano a disposizione giocattoli e palline per giocare, labirinti da esplorare, attrezzature per l’esercizio fisico (ottime per far affluire il sangue ai muscoli e ai neuroni) e, soprattutto, altri topi con cui condividere le esperienze. La scienziata mise poi a confronto i due gruppi in gare a tempo in cui dovevano percorrere dei labirinti: gli esemplari che avevano vissuto in un ambiente mentalmente e fisicamente stimolante ottennero risultati notevolmente migliori. Diamond fece poi ciò che non avrebbe mai potuto fare agli esseri umani in un esperimento simile: mise sotto i ferri sia i topi vincitori sia i perdenti per esaminare il loro cervello (la vita è crudele, soprattutto per i roditori). I topi che avevano goduto di un ambiente di apprendimento più ricco e avevano vinto le gare nei labirinti mostravano cervelli notevolmente diversi rispetto a quelli del gruppo di controllo. La loro corteccia cerebrale – il guscio esterno e rugoso che ospita i percorsi neurali che determinano la nostra percezione del mondo – era più spessa di quella dei topi non stimolati. I topi con il cervello più sviluppato mostravano più connessioni neurali, segno di maggiore attività mentale; inoltre, presentavano più vasi sanguigni, ovvero più canali per apportare ossigeno, vitale per mantenere tali connessioni attive ed efficienti. Diamond aveva raccolto prove concrete sul fatto che l'età mentale si manifesta nello stato fisico del cervello. L’apprendimento rafforza l’organo cerebrale proprio come l’esercizio fisico rafforza i muscoli di gambe, braccia e addome. Per quanto importante, la ricerca di Diamond ha un limite: la scienziata non fece esperimenti su esemplari giovani, ma scelse di lavorare quelli di età corrispondente ai 60-90 anni dell'uomo. In ogni caso, i topi anziani hanno dimostrato di poter riplasmare il proprio cervello in risposta a nuove esperienze - un'abilità nota come plasticità cerebrale.

Si tratta di una buona notizia, e non solo per i topi. La struttura del cervello è sorprendentemente simile tra i mammiferi. Ciò che vale per topi, cani, cavalli e scimmie vale anche per l’uomo. Diamond fu lieta di confermare che il cervello può cambiare a qualsiasi età: quando è più anziano impiega più tempo a rispondere a nuove abitudini di vita sane, ma lo fa. “Questo significa che se lo usiamo possiamo modificare il nostro cervello, proprio come accade da giovani”, afferma la scienziata. 

 Vincere il tempo

Il tempo influisce negativamente sul cervello in tre modi. Quando subisce l’invecchiamento, questo manifesta patologie, disuso e cambiamenti fisici associati al passare degli anni. Con l'avanzare dell'età le malattie diventano più comuni, e molte lo attaccano: dall’ictus - che uccide le cellule cerebrali interrompendo l’approvvigionamento di sangue - ai tumori cancerosi, fino alla demenza.

Il disuso porta le connessioni neurali trascurate ad affievolirsi fino a interrompersi del tutto. Chi di noi, nella mezza età o in età avanzata, non si è scordato gran parte della trigonometria studiata a scuola e non più usata, o si è arrugginito negli scacchi dopo anni di mancato esercizio?

L’invecchiamento sfoltisce la moltitudine di neuroni presenti nel cervello, eliminandone alcuni e lasciandone altri suscettibili agli effetti di una vita esposta alle tossine e ad altri agenti chimici naturali.

Eppure, a chiunque è capitato di conoscere una persona arrivata a 80-90 anni o più restando mentalmente sana. Il cervello di un anziano in buona salute elabora le informazioni più lentamente rispetto a un giovane; tuttavia, una volta che ha appreso qualcosa lo conserva come un tesoro per poterlo riusare.

 Si può cambiare a qualsiasi età

Tutte le parti del cervello – non solo quelle correlate a forme di pensiero più complesse – possono essere migliorate attraverso sfide stimolanti, a qualsiasi età. Chi desidera migliorare il proprio equilibrio può praticare il tai chi, sia a 30 che a 90 anni. Il bowling con la Wii, invece, aiuta la coordinazione occhi-mani e l’abilità di focalizzare l’attenzione, sia tra i più che tra i meno giovani. Effettivamente, è stato dimostrato che l’attività fisica permette agli anziani di ridurre il rischio di cadute, migliorare la mobilità e contrastare la demenza; eppure, ad affermare di fare una consistente attività fisica per almeno 20 minuti tre volte alla settimana - l’esercizio fisico minimo consigliato - è solo un americano su otto tra i 65 e i 74 anni, e uno su sedici di età superiore ai 75 anni. Qui in Italia, invece, i dati  riportati dall'Istituto Superiore di Sanità  ed elaborati dall'Istat confermano che il 69,3% delle persone di 75 anni non svolge alcuna attività fisica.

La plasticità del cervello rivela molto della straordinaria struttura di questo organo. Si tratta della cosa più complessa che l’uomo abbia scoperto nell’universo: è composto da miliardi di unità indipendenti che lavorano insieme, in sinfonie sorprendentemente complesse che ci permettono di comprendere il mondo, elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni, usandole poi per decidere come interagire con ciò che ci circonda. Ogni nuova esperienza modifica la struttura fisica del cervello.

Cercare  sempre le novità.

 

 

 

Centro. Food. via Arcivscovado 3 TORINO