domenica 16 aprile 2023

L'ITALIA ha disperato bisogno di IMMIGRATI? Secondo me NO!!!

Una  tesi  che sento ripetere ogni santo giorno: l'Italia ha un disperato bisogno di immigrati: il calo demografico lo impone!  Chi sostiene questa tesi dimentica che fin dagli anni '90, studiosi e politici erano  a conoscenza del fatto che si andava incontro ad un calo demografico, ergo si dovevano incentivare le nascita  con robusti contributi alle famiglie. Nulla venne fatto in merito, ed oggi i sinistri ci bombardano con la tesi: SERVONO PIU' IMMIGRATI!  All'Italia servono nuovi capitali in grado di creare lavoro. Milioni  di italiani sono senza lavoro, però per gli immigrati  sotto pagati, il lavoro si trova. Stanno  arrivando braccia da sfruttare, non persone. In Italia manca di tutto dalle infrastrutture ai trasporti efficienti. Fare arrivare migliaia di Persone alle quali non siamo in grado di dare nulla è a mio avviso contro ogni principio cristiano ed umanitario.

TOMMY

SETTORI IN ATTESA: 1) Funzionalità e competitività a livello internazionale. 2) Produttività. 3) Natalità. 4) Capacità di attrarre risparmio e investimenti. 5) Ricerca ed innovazione. 6) Debito pubblico. 7) Politica salariale. 8) Welfare. 9) Infrastrutture. 10) Sanità. 12) Capacità di rispondere alle aspettative della maggioranza della collettività. 13) Piano Idrogeologico Nazionale. 14) Utilizzo pieno dei fondi UE.


34 commenti:

  1. Il PD&Soci stanno mettendo in ginocchio il Paese e purtroppo l'attuale governo che di DESTRA non ha nulla, continua con la politica suicida dell'ACCOGLIERE chicchessia, e siamo allo sfacelo di un Paese già in sfacelo.

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  2. Siamo alla vergogna: MILANO,.. in mano ad una delinquenza straniera ormai impunita, nonostante gli sforzi lodevoli delle nostre FORZE dell'Ordine

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  3. Spesso i lupi si travestono da agnello ma la maschera, e la mascherina, si vedeva già molto tempo prima per chi sapeva e voleva guardare bene. La Meloni non ha fatto in tempo ad approvare il def, che non è altro che una ennesima prosecuzione dell'austerità, che è subito volata lontana da Roma. È da quando è iniziato questo governo che la Meloni fa di tutto per stare lontana da palazzo Chigi. Questo governo è puramente virtuale.Lo stato profondo italiano si copre di ridicolo. Ormai è la tragedia di un sistema politico ridicolo giunto all'ultimo stadio.

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  4. L'ultimo dato disponible sull'inflazione in Italia fa registrare una percentuale del 7,7%, in calo rispetto all'anno scorso. La bolla creata artificialmente dall'UE si sta sgonfiando. Ma è importante sottolineare come non c'è mai stato alcun aumento dei prezzi perché sono stampati più soldi. Sono anni che la BCE stampa una montagna di denaro e l'inflazione è rimasta sempre sotto il 2%. La stampa della moneta non ha nulla a che vedere con l'inflazione.

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  5. Ferdinando Lolli, ex comandante generale delle Capitanerie di porto, difende la Guardia Costiera e spiega come gestire il fenomeno dell'immigrazione. “Quello dell’immigrazione è un problema difficilmente risolvibile se non colpiamo il cuore del sistema: la criminalità organizzata che, ormai, la fa da padrone a meno che dai porti di partenza non vi siano reazioni adeguate a combatterlo. Noi, dall’Italia, possiamo combatterlo solo in maniera secondaria”. A dirlo è Ferdinando Lolli, ex comandante generale delle Capitanerie di porto e consigliere scientifico di ICSA, ha iniziato a occuparsi di immigrazione sin dal 1991 in Albania e ha contribuiti a scrivere la normativa attualmente in vigore in materia di soccorso marittimo e di pianificazione di questo fenomeno.La responsabilità principale, dunque, è degli scafisti?

    “Sì, sono dei mascalzoni e dei delinquenti perché non solo causano una serie infinita di morti e disgrazie ma, dietro retribuzione, prendono un certo numero di persone che mettono a bordo su dei relitti galleggianti. Tutto ciò che fanno viene fatto in violazione di tutte le norme sulla navigazione e di ogni principio fisico sulla stabilità dei mezzi. Basta un movimento su una delle due fiancate e, poi, le conseguenze le conosciamo".Si è sentito offeso dall’illazione fatta da alcune forze politiche secondo la Guardia Costiera volutamente non avrebbe salvato delle vite umane?

    "Non mi sono soltanto sentito offeso, ma turbato così come è successo a tutti gli uomini della Guardia Costiera che lasciano le loro famiglie di giorno e di notte, senza considerare neppure i rischi che loro stessi corrono. Noi per primi piangiamo le morti in mare e abbiamo mezzi e uomini specializzati che non potrebbero mai ubbidire a ordini così maldestri come quello di non salvare delle vite umane. Sarebbe un ordine illegittimo e, come tale, andrebbe disubbidito. Con mare forza 4, come nel caso Cutro, in mare ci si sta e noi andiamo avanti e usciamo anche con mare forza 6. Lo facciamo perché abbiamo una sorta di vocazione. L’Italia è al primo posto nel salvataggio in mare".

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  6. È un tipo di protezione che, probabilmente, non ha dato i risultati che ci si aspettava. Bisogna intervenire per evitare che l’Italia non venga vista come il rifigium peccatorum di tutto il sistema africano e, quindi, anche quello va disciplinato in maniera più razionale. L’Italia si è sempre dimostrata solidale, ma non possiamo pensare che arrivi un numero infinito di migranti. Ci dicano fino quanti milioni possiamo accogliere".

    Il governo ha fatto bene a dichiarare lo stato d’emergenza?

    "Ritengo che il fenomeno abbia assunto una tale consistenza per cui, a fronte di un problema eccezionale, bisogna rispondere con provvedimenti eccezionali. Un commissario straordinario può sicuramente tentare di migliorare le cose anche se meglio di quel che si sta facendo è difficile. Il commissario può sicuramente contare su una Guardia Costiera di assoluto valore".

    Il piano Mattei del governo può essere utile?

    "Sì, anche se in Tunisia, l’Italia ha già speso molti soldi nella cooperazione. L’Italia ha impegnato molte risorse per lo sviluppo di quel Paese che, oggi, purtroppo, si trova in crisi. Il Piano Mattei serve per ammortizzare e diminuire il disagio sociale di quelle realtà".

    L’Unione Europea latita sul fronte immigrazione?

    "Certo perché l’Ue conosce, ma alcuni Paesi del Nord Europa non hanno ancora vissuto le conseguenze del problema in casa e, pertanto, si oppongono a qualsiasi controllo dei nostri confini che sono confini europei. Si potrebbe pensare che l’Europa sia latente perché, in Italia, c’è un certo tipo di governo, ma non è così. L’Ue è sempre stata assente anche con i governi precedenti di diverso colore politico".

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  7. Protezione speciale, Ong sulle barricate con sinistra e vescovi. Ma la stretta è quella delle altre nazioni Ue. Alla sinistra dell'accoglienza per tutti non piace uniformare la legislazione nazionale a quella degli altri Paesi europei (pure se questi ultimi sono governati dal centrosinistra). La notizia, in relazione alla stretta sulla protezione speciale, è anzitutto questa. Perché il governo Meloni - come spiegato dal sottosegretario all'Interno Emanuele Prisco (Fdi) - sta per equiparare alcune norme sull'istituto della protezione speciale ai provvedimenti già esistenti in Francia, Germania e Spagna, per fare due esempi concreti e ingombranti. Ma il Pd di Elly Schlein (e non solo) continua ad alzare un coro scandalizzato, evitando di segnalare la natura anomala della nostra legislazione. L'invenzione dell'ex ministro dell'Interno Luciana Lamorgese va archiviata: il centrodestra ne è sicuro. Se non altro perché la protezione speciale è diventata un fattore di attrazione migratoria irregolare. Il mezzo parlamentare, come emerso due giorni fa, è un subemendamento sottoscritto da tutte e tre le principali forze di centrodestra. E i tempi sono stretti. Ieri anche il premier è intervenuto in materia. «Io ho come obiettivo l'eliminazione della protezione speciale, perché si tratta di un'ulteriore protezione rispetto a quello che accade al resto di Europa», ha premesso il presidente del Consiglio, durante un punto stampa nel corso della sua visita in Etiopia. Poi una spiegazione tecnica: «C'è una proposta della maggioranza nel suo complesso, non è un tema su cui ci sono divergenze. È complessa ed è normale che ci siano diversi emendamenti». Quelli della Lega sono emendamenti integrativi, al limite. E non c'è alcuna maretta in maggioranza. Giovanni Donzelli, deputato di Fdi, ha sottolineato a sua volta come la misura italiana sia un unicum continentale: «Scappi dalla guerra? Chiedi il diritto di asilo. Ci sono dei criteri ben stabiliti. In Italia si erano inventati una protezione in più che non c'è nel resto d'Europa». Niente da fare. Per la sinistra la stretta è «disumana». La segretaria dem è intervenuta sostenendo sia vergognoso «far pagare sulla pelle delle persone più fragili l'incapacità di questo governo di costruire delle politiche migratorie». Massimo Ruspandini, senatore meloniano, ne fa una questione pure statistica: «Se dovesse mantenersi lo stesso trend, si stima che per la fine dell'anno potremmo arrivare ad oltre 400.000 nuovi arrivi: non possiamo permetterci questi numeri». Ma per l'opposizione è una partita ideologica, non un argomento da affrontare con spirito pragmatico. E Francesco Boccia, ripescato dalla Schlein nella segreteria dem dopo il traghettamento dei voti grillini alle primarie, si mette a fare dietrologia. «Serve solo a coprire i ritardi e l'incapacità di questo governo ad indicare una direzione di marcia chiara per far uscire il nostro Paese dalle difficoltà economiche», afferma, rispetto alla mossa dell'esecutivo Meloni sulla protezione speciale.

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  8. TORINO: corso palermo nei pressi del mercato di P.zza FORONI, 24 ore su 24 baldi spacciatori africani spacciano LIBERAMENTE e tranquillamente morte, Ma si litiga sull'abbattimento di un Orso. Paese di pazzi allo sbando.

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  9. Ne ho le tasche piene di questi buonisti da monnezzaio

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  10. Ci stiamo riempiendo di persone che scappano ma non da guerre,.. ma dalle galere in molti casi.

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  11. Servono persone se ci sono POSTI DI LAVORO che in Italia mancano. STOP arrivi

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  12. I CPR scoppiano ma cosa vogliono fare:Scoppiare la bomba sociale?

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  13. SERVONO POSTI DI LAVORO E CASE POPOLARI X GLI ITALIANI.

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  14. Incendio nella notte tra sabato e domenica 16 aprile in corso Venezia a Torino. A segnalare l'accaduto Carmela Ventra, consigliera della Circocrizione 5 in quota Fratelli d'Italia, che ha pubblicato su facebook un video che mostra le fiamme molto alte e i vigili del fuoco in azione.

    "Un'altra notte di fuoco si è consumata intorno alle 3.00", scrive nel post, "A distanza di un mese esatto dallo scorso incendio al camion di un ambulante di frutta e verdura in corso venezia all'altezza del civico 11. Questa volta ha colpito un camper parcheggiato sempre sullo stesso lato del controviale all'altezza del civico 1".

    La consigliera poi racconta di aver sentito un boato e un forte che hanno svegliato i residenti: "Ormai da tempo i residenti non trovano pace. Il 20 marzo circa sempre un camper in via Adda, una parallela dello stesso corso, è stato dato alle fiamme". Numerosi sono dunque gli episodi che vengono denunciati e Ventra solleva il dubbio che possa esserci la mano di un piromane.
    RAKET IN AZIONE altro che inclusione e balle varie
    "Questa follia va fermata, perché pericolosissima. Altre auto accanto avrebbero potuto prendere fuoco e anche i palazzi vicini. Credo che la nostra città meriti più attenzione e un po' più di pulizia a livello delinquenziale", conclude la consigliera.

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  15. L’esponente del Carroccio rivendica l’importanza del dialogo che “significa confronto ma anche rispetto delle regole”. E aggiunge: “Da anni mi batto, io e tanti canturini, per bloccare la realizzazione di una moschea illegale a Cantù”. “Fino a quando le comunità islamiche non sottoscriveranno le intese previste dalla nostra Carta Costituzionale – conclude Molteni –accettando diritti e doveri, precetti civili e democratici del nostro Paese, tra i quali la parità uomo-donna, non potrà mai esserci vera integrazione”.

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  16. È inquietante". Islamici pregano sul sagrato della chiesa a Cantù
    La preghiera islamica recitata sul sagrato di una chiesa diventa motivo di scontro politico. Il sottosegretario leghista Molteni attacca: "Inquietante perdita di identità". “L’immagine della preghiera islamica, riservata ai soli uomini, sul sagrato della Chiesa di San Paolo a Cantù, in occasione di una manifestazione organizzata dalla comunità pastorale locale, non ci può lasciare indifferenti, anzi mi preoccupa e mi inquieta profondamente”. Questo il commento del sottosegretario al Ministero dell’interno, Nicola Molteni, alle immagini della manifestazione di ieri a Cantù in provincia di Como. La preghiera islamica, andata in scena ieri sera a Cantù, diventa un caso politico di rilievo. In occasione della fine del Ramadan, prima nella centralissima piazza Garibaldi e poi sul sagrato della vicina chiesa di San Paolo, una ventina di associazioni e cooperative locali insieme alla comunità islamica hanno condiviso i rispettivi piatti. La serata, tra l’altro, ha visto anche un momento di preghiera dei fedeli islamici proprio sul sagrato della chiesa di San Paolo. Una situazione che si inserisce nella cornice più ampia di un evento organizzato e direttamente supportato dalla Comunità pastorale di San Vincenzo.Ed è proprio su questo ultimo aspetto che il deputato leghista, Nicola Molteni, si è concentrato. L’intervento del sottosegretario leghista viaggia su due binari: difendere le radici cristiani del nostro Paese e rispettare il dialogo tra le diverse religioni. “Il legittimo dialogo religioso – esordisce Molteni – non significa rinunciare ai simboli di una comunità improntata ai principi cattolici e cristiani”. Molteni entra nel merito della preghiera islamica avvenuta ieri sera a Cantù: “Occupare il sagrato di una chiesa, simbolo della nostra comunità, per concludere la preghiera del digiuno in tempo di Ramadan, non è un segnale di tolleranza ma di un relativismo e di un pensiero debole, dominato da una perdita di identità rispetto ai valori occidentali”.L’esponente del Carroccio rivendica l’importanza del dialogo che “significa confronto ma anche rispetto delle regole”. E aggiunge: “Da anni mi batto, io e tanti canturini, per bloccare la realizzazione di una moschea illegale a Cantù”. “Fino a quando le comunità islamiche non sottoscriveranno le intese previste dalla nostra Carta Costituzionale – conclude Molteni –accettando diritti e doveri, precetti civili e democratici del nostro Paese, tra i quali la parità uomo-donna, non potrà mai esserci vera integrazione”.Altrettanto netta, ma di segno diametralmente opposto, la risposta del Partito democratico. La capogruppo del Pd alla Camera dei deputati, Chiara Braga, ha replicato all’esponente del Carroccio. “Inquietanti – attacca l’esponente del Pd – sono le parole del sottosegretario Molteni che nel suo ruolo istituzionale si scaglia contro un appuntamento di fratellanza e dialogo interreligioso”. L’attacco frontale del Nazareno, per voce di Chiara Braga e nei confronti della Lega, rispecchia uno scontro politico senza esclusioni di colpi: “Molteni – conclude Braga – dovrebbe rispettare chi ogni giorno si impegna per promuovere vera inclusione e integrazione, anziché proporre di cancellare la protezione speciale”.Povera italia; ai buolisti dico: fate una simile pagliacciata in brunei o alla mecca..vediamo come vi accolgono questi integrati e buoni islamici.

    Se durate dieci minuti sani e salvi, ne riparliamo

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  17. In mano a chiunque sbarca anche se si tratta di avanzi di galere africane

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  18. Brutale rapina in strada la notte di sabato 15 aprile 2023 sotto i portici di via Nizza a Torino, di fronte alla stazione di Porta Nuova. Un marocchino di 33 anni senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale ha aggredito un sierraleonese di 23 anni, anche lui irregolare sul territorio nazionale e sottoposto all'obbligo di firma, colpendolo in testa e sul corpo col sellino di una bicicletta e con una bottiglia rotta, allo scopo di rubargli il portafogli. La vittima, che ha tentato di fuggire, è stata raggiunta dall'aggressore nel parcheggio di fronte il commissariato di polizia ferroviaria. Sul posto, chiamati da alcuni testimoni del fatto, sono intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile, che hanno bloccato e arrestato l'autore del crimine poco distante. Il ferito è stato trasportato in ambulanza all'ospedale Cto dove è stato medicato e dimesso.Lo scorso 3 febbraio un'altra rapina violenta era avvenuta esattamente nello stesso posto. In quel caso un ragazzo spagnolo era stato preso a pugni allo scopo di rubargli la collanina. La polizia aveva arrestato i responsabili pochi giorni fa, un paio di mesi dopo l'accaduto.

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  19. Per quanto riguarda la questione migratoria, Mattarella è stato chiarissimo. È fondamentale che questo tema sia considerato un problema dell'Ue, e quindi che sia affrontato di conseguenza, in maniera unitaria. "Nessuno Stato, da solo, può affrontare un problema così epocale. Ma l'Ue può farlo con un'azione coordinata e ben organizzata", ha dichiarato il presidente italiano. PURTROPPO l'Italia è abbandonata e da sola sta affrontando un enorme problema danneggiando così io contribuenti italiani

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  20. Violenze, sangue e feriti: ancora una rissa tra immigrati a Lampedusa
    Sono continue le risse all'interno dell'hotspot di Lampedusa: nel weekend alcuni giovanissimi tunisini e ivoriani si sono affrontati con armi da tagli. Tra i problemi di sovraffollamento di Lampedusa ci sono anche, e soprattutto, quelli legati alla sicurezza nell'hotspot. Non è raro che all'interno della stessa vengano a crearsi risse tra appartenenti a diverse nazionalità, che quando va bene arrivano alle mani ma capita anche spuntino coltelli, com'è avvenuto nell'ultimo fine settimana. Stavolta ad affrontarsi sono stati alcuni giovani, ivoriani e tunisini, di età dichiarata 17 e 18 anni. In tre, tutti ivoriani, sono finiti nel poliambulatorio dell'isola con ferite d'arma da taglio al volto e al torace ma senza gravi conseguenze, tanto che alcune ore dopo hanno potuto far tranquillamente rientro nella struttura senza un passaggio in ospedale. L'episodio è stato segnalato alle forze dell'ordine ma non si tratta certo di una novità per questo hotspot. Solo pochi giorni fa avevamo documentato, reperendo un video dalle chat degli stessi migranti, di un'altra rissa all'interno di quella stessa struttura. In que caso erano numerose le persone coinvolte e quello che colpì furono i commenti provenienti dal nord Africa, che fecero emergere la profonda disfida che esiste tra le diverse nazionalità che poi si incontrano a Lampedusa. "I neri (subsahariani, ndr) vogliono distruggere il campo di accoglienza in Italia", scriveva qualcuno. E poi, ancora: "Queste sono le persone che non sanno cosa vogliono dalla vita". Anche in quel caso lo scontro fu tra tunisini e persone di altra nazionalità e pare che gli animi siano così accesi perché sono proprio i tunisini a gestire le partenze dalla Tunisia, chiedendo una percentuale sui convogli ai trafficanti. Le acredini che sussistono tra i migranti di varia nazionalità sono anche all'ordine della scelta di organizzare traversate con barconi organizzati su gruppi: è pressoché impossibile trovare su una stessa barca tunisini e sub-sahariani.

    Abbiamo provato a fare qualche domanda ai nostri contatti per avere maggiori risposte in merito a queste risse ma, per il momento, non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Intanto è giunta notizia che alcuni ospiti dell'hotspot, per la precisione quindici, sono stati trasferiti nelle ultime ore con un volo charter da Lampedusa a Gorizia, dove verranno sistemati nel Cpr in attesa del rimpatrio nei Paesi di origine perché non aventi diritto di soggiorno e di permanenza nel nostro Paese. Riportateli in libia,tunisia....Sono CLANDESTINI e pure senza fegato,perchè i veri uomini non "scappano dalle guerre" abbandonando il loro paese,ma rimangono a casa a combattere,come gli ucraini.Da precisare che "scappano dalle guerre" lo dicono i PiDioti,non io.

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  21. Gli scafisti in chat con il vademecum di comportamento. "Evitate Malta, puntate sull'Italia". Perché i barconi di migranti non vanno a Malta? Perché a Malta non si sentono accolti. Perché i barconi di migranti non vanno a Malta? Perché a Malta non si sentono accolti. Questo sembra essere il senso di una conversazione che abbiamo intercettato in uno dei gruppi social in cui si ritrovano i migranti, dove vengono fornite indicazioni su come evitare di incrociare l'isola de La Valletta nelle rotte che partono da Tunisia e Libia. La meta da raggiungere dev'essere solo una: l'Italia. E bisogna fare tutto il possibile per riuscirci. È stato stilato quello che sembra essere un vero e proprio vademecum dedicato ai trafficanti ma anche ai «capitani» e ai «bussolieri», le figure che materialmente portano i migranti per mare. Le indicazioni sono semplici e chiare e se da un lato spiegano quello che bisogna fare per evitare o, nel caso più grave, lasciare l'isola, dall'altra parte cercano di scoraggiare chi, per comodità o sicurezza, pensa che uno sbarco a Malta potrebbe essere una buona soluzione. «I bussolieri devono imperativamente evitare Malta, tranne che in emergenza», si legge nel messaggio. Sono loro che a bordo usano il sistema di orientamento, che sia una bussola o un'applicazione sull'unico telefono operativo della barca. Quindi sono loro che danno indicazioni ai capitani su dove dirigere la prua del barcone o del gommone. Dalla Libia, in particolare da Tripoli e da Misurata, l'isola sarebbe ben più semplice da raggiungere: costerebbe meno e ci sarebbero meno rischi di sicurezza. Eppure, si punta la Sicilia. I motivi vengono spiegati successivamente: «In caso di campo chiuso: nessun telefono, quindi nessuna possibilità di contattare le vostre famiglie». Questo passaggio viene esplicitato ancora meglio in uno dei commenti che abbiamo avuto modo di leggere da parte di chi sembra conoscere molto bene l'argomento: «Malta confisca tutto: nessuna chiamata né niente. In Italia almeno puoi dare notizie ai parenti, a Malta è molto difficile». L'Italia diventa, agli occhi di queste persone, una sorta di «paradiso in Terra» in cui chi arriva è libero di muoversi e di fare quel che desidera, anche sradicare gli impianti elettrici delle strutture di accoglienza per creare allacci abusivi utili a mettere in carica quegli smartphone tanto cari. Smartphone che non vengono utilizzati solo per comunicare con le famiglie ma anche con i trafficanti, come dimostrano i tanti video che circolano in rete.Viene poi effettuato un tentativo di incutere paura con quel vademecum, perché vengono indicati ipotetici periodi di detenzione di «un anno per gli uomini» e di «otto mesi per le donne», in caso di arrivo nei «campi chiusi». Se si arriva nei «campi aperti», invece, l'imperativo è uno: «Trovare un modo per scappare».Ma Malta è un'isola e questo crea ulteriori complicazioni ai «poveri migranti»: molti, come abbiamo appurato, una volta in alto mare fanno carta straccia dei loro documenti e li gettano in acqua. E anche se li avessero non sarebbero utilizzabili, vista la loro condizione di irregolarità. Ma per lasciare lo Stato insulare le vie a disposizione sono due: aereo o mare. Ma non coi barconi, visto che le coste maltesi godono di un'ottima rete di sorveglianza. Salire a bordo dei traghetti per la Sicilia come clandestini rappresenta un enorme rischio e chi ha preparato il «vademecum» per evitare Malta lo sa bene: devi cercare la fuga «sapendo che se vieni fermato c'è la prigione». L'Italia si conferma nell'immaginario dei migranti il «Paese di Bengodi», dove chiunque arriva può fare quel che preferisce senza pensieri di sorta.

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  22. Se si attira gli immigrati illegali sbarcheranno in Italia ... Non mi sembra strano ma ovvio Ma porcaccia la miseria, nella UE hanno uniformato le legislazioni sugli argomenti più disparati, cosa aspettano ad uniformare la legge di tutti gli stati aderenti anche sull'argomento immigrazione clandestina? Magari prendendo a modello l'attuale normativa maltese... E' così difficile?!Ma la maggioranza dei governi europei volgiono l'immigrazione illegale come questo italiano.
    Non faranno regole anti-illegalità. Ma accettano che gli stati si difendono se decidono di farlo (quello che i governi l'italiani hanno deciso di non fare). Ma mi chiedo se no sia possibile silenziare questi canali su cui viaggiano queste chat che fomentano l'immigrazione clandestina. Si dovrebbero allo scopo requisire e controllare tutti i telefonini dei migranti che sbarcano sul nostro territorio senza documenti - che hanno utilizzato per viaggiare dai loro paesi verso i punti di imbarco in nord africa - di cui si sono liberati durante il viaggio verso l'Italia per non essere identificati. Hai capito, in Tunisia sono aumentati i prezzi dei generi alimentari e vogliono venire in Italia, come se in in Italia abbiamo i prezzi di 10 anni fa. Vengono in Italia perchè qui si regala, hanno le cure gratuite e tutto il resto, perchè qui si guarda all'ISEE e se sei sotto la soglia gli concediamotutto. Mica scemi, i fessi siamo noi ed alla politica di sx a forza di assistenza mentre gli italiani dovrebbero continuare a lavorare fino a 75 anni fra un po'.

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  23. Il presidente dell'Inps chiede una maggiore immigrazione "fluida e regolare" per coprire i conti dell'istituto, già in rosso, ma è una formula che non funziona. Ecco perché Pasquale Tridico, presidente (uscente) dell'Inps, parlando con La Stampa entra nell'annoso dibattito su migranti e pensioni ammonendo: "Senza i migranti tra vent'anni i conti Inps saranno critici". Torna in campo un refrain classico degli ultimi anni: l'immigrazione, in quanto tale, come sanatoria alla crisi demografica e pensionistica del Paese. Un tema caldo nei giorni in cui il governo Meloni è sotto attacco per la stretta sugli arrivi irregolari, che può causare incomprensioni: si mette in correlazione la questione degli sbarchi con quella del contributo Irpef che vengono pagati dagli stranieri residenti nel Paese.Tridico incespica, e non poco, sulla questione. Da un valido economista del lavoro, non ci si aspetterebbe una semplificazione come quella che accade nell'intervista. Il presidente nominato da Giuseppe Conte nel 2019 ricorda che gli Stati più avanzati "hanno tutti molti migranti" e in quest'ottica "abbiamo l'esigenza di coprire la domanda di lavori medio bassi da Nord a Sud con gli stranieri". Da chi - come Tridico - viene dalla Sinistra questo è un errore duplice. In primo luogo perché confonde causa e effetto. Gli Stati più attrattivi per il lavoro straniero spesso accolgono lavoratori qualificati ad alto valore aggiunto e apportatori di capitale umano e sociale ai rispettivi sistemi-Paese. Quanto scritto da Paul Krugman riguardo al caso Usa, in tal senso, è emblematico. In secondo luogo, ritorna la retorica strumentale dell'immigrazionismo fine a sé stesso che identifica il migrante in funzione unicamente servile. Il migrante raccoglitore di pomodori e insalata, operatore di manovalanza dell'industria o addetto ai lavori sociali e a basso valore aggiunto. Qualcosa che cozza con lo stesso indirizzo della Costituzione secondo cui la Repubblica riconosce "il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto".


    Tridico, poi, unisce la necessità di coprire la manodopera mancante con i migranti con una difesa strenua della riforma Fornero. Che in quest'ottica porta a un problema strutturale. La riforma Fornero prevede un sistema previdenziale unicamente contributivo per i nuovi entranti nel mercato del lavoro. Il sistema contributivo prevede un aumento delle prestazioni pagate per il lavoro dipendente all'aumentare del reddito. Pensare agli immigrati unicamente come ai sostituti dei lavori a basso valore aggiunto riduce anche il loro contributo al welfare. Anestetizzando, inoltre, il vantaggio che la popolazione straniera ha rispetto alla media nazionale: il vantaggio anagrafico.

    Lavoce.info, infatti, ricorda che l'età media degli immigrati è di 33 anni contro i 45 della media della popolazione italiana. Giocoforza, adesso il saldo è positivo: "Su 16 milioni di pensionati, gli stranieri sono circa 130 mila (80 mila pensioni contributive e 50 mila pensioni assistenziali), meno dell’1 per cento del totale, per un importo di circa 800 milioni di euro (2015). Sul lato delle entrate, i 2,4 milioni di lavoratori stranieri versano all’Inps oltre 10 miliardi di euro l’anno". Ma nonostante tutto questo, già nel 2023 le previsioni dell'Inps prevedono un buco di bilancio di 10 miliardi di euro. E quando molti stranieri avranno superato i vent'anni di contributi potranno accedere ai requisiti minimi di ingresso al settore pensionistico, aumentando dunque il contributo.

    In quest'ottica, la soluzione dei canali regolari d'immigrazione per stranieri che possono accedere al mercato del lavoro invocata da Tridico c'è già ed esiste. E va ribadito che pensare a un idealtipo astratto di "migrante" non aiuta. Men che meno a parlare solidamente di economia.

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  24. ATTENZIONE caro Governo italiano a quanto accade in Francia
    Allarme rosso a Marsiglia. Se il 2022 si è concluso con un tragico bilancio – 39 omicidi e 65 sparatorie per fatti di droga – il 2023 si annuncia ancor più sanguinoso. Lo scorso 5 aprile il tribunale cittadino ha comunicato che dall’inizio dell’anno si contano già 14 morti e 43 feriti. In più, dal primo gennaio ad inizio aprile, la procura ha emesso 32 mandati per omicidio o tentato omicidio. Il dato inquietante è l’età delle vittime e dei carnefici. A differenza del passato – i sulfurei tempi di Albert Bergamelli, Jacques Berenguer, della French Connection e del clan dei marsigliesi – questa volta si tratta di giovanissimi, per di più quasi tutti minorenni. Uno strambo esercito di ragazzini disperati e violenti, in gran parte immigrati arabi di seconda generazione, che si disputano, armi alla mano, le piazze di spaccio della devastata periferia e del centro storico.

    Si tratta di un affare ben remunerativo – con 1.752mila abitanti Marsiglia e dintorni è la seconda aerea urbana di Francia – e ben organizzato: secondo gli inquirenti il tutto è gestito dai padrini delle organizzazioni criminali locali a loro volta collegati ai cartelli dei narcos marocchini (hashish) e sudamericani (cocaina). I boss, dalle molto porose galere o dall’estero, delegano a loro volta il lavoro sporco alle diverse bande giovanili, ai “minots” che entrano ed escono dal riformatorio o dalle case famiglia e poi, una volta sul campo di battaglia, sparano, uccidono e spesso muoiono. Lo scorso week-end l’ultima mattanza: un morto e due feriti gravi, età 16, 15 e 13 anni, tutti già segnalati per attività legate al narco traffico. Il più “vecchio” dei tre è morto sparato in testa nella notte di sabato. Il 31 marzo il tribunale per i minorenni lo aveva destinato a misure educative, un percorso di reinserimento nella società. Adesso è al cimitero.


    La violenza non si ferma e le sparatorie continuano. La manovalanza non manca: per sorvegliare un punto di vendita, un “chouf” nel dialetto franco-algerino, un ragazzino guadagna almeno 100 euro al giorno. La paga iniziale. Poi, a seconda delle capacità criminali del soggetto, la retribuzione cresce esponenzialmente. Intanto gli organizzatori intascano soldi importanti. Secondo le stime di polizia ogni centro di distribuzione vale circa 80mila euro al giorno, più che sufficienti per combattere, per mantenere o strappare al clan avversario pezzi di territorio. A qualunque costo. Assalto dopo assalto, rappresaglia dopo rappresaglia, vendetta dopo vendetta, morto dopo morto. Tanto a rischiare sono gli spendibili “minots”.

    Le forze di polizia e la magistratura appaiono spiazzate. La procuratrice della Repubblica Dominique Laurens, affranta, ha dichiarato alla stampa: “Stiamo entrando in una dinamica particolarmente inquietante, che proseguirà nei prossimi mesi. Finché non vi sarà un rigido isolamento di alcuni detenuti oggi in prigione le guerre continueranno”. Insomma, per il magistrato è tempo d’introdurre nell’ordinamento giuridico francese qualcosa che assomigli al tanto criticato dai giuristi d’oltralpe – si pensi alle motivazioni addotte per salvare i terroristi nostrani rifugiati in Francia – al carcere duro fissato dal 41 bis italiano. Meglio tardi che mai.

    A fare le spese di tanta violenza, di tanto orrore sono i cittadini delle periferie multietniche e degradate, zone ormai fuori controllo dove la polizia – ricordate il film Bac Nord di Cédric Jimenez che tanto fece discutere la Francia nel 2020? – osa appena affacciarsi. Gli abitanti sono terrorizzati e solo pochi coraggiosi hanno avuto la tempra di manifestare davanti alla municipalità di Castellas, uno degli epicentri dello spaccio, per chiedere un intervento della politica e delle forze dell’ordine.




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  25. Racket dell'elemosina, la denuncia: "C'è un sistema mafioso che sfrutta cani e persone per fare soldi". In un video il momento in cui in piazza Carlo Felice vengono smistati gli animali e i senzatetto. C'è almeno un video a testimoniare quello che Pierlucio Firrao, consigliere comunale di Torino Bellissima, definisce il 'racket dei clochard'. Nelle immagini che sono state rese pubbliche si vede un furgoncino bianco in piazza Carlo Felice a Torino dal quale scendono alcuni senzantetto con ognuno un cane al guinzaglio, da qui questi vengono indirizzati verso alcuni punti strategici nei quali posizionarsi per chiedere l'elemosina.

    La criminalità organizzata dunque, secondo il consigliere comunale, sfrutterebbe persone bisognose come i senza fissa dimora e i cani come moltiplicatori di denaro. Sì, perché secondo le stime dello stesso Firrao in un giorno la presenza di un animale da compagnia insieme a chi chiede l'elemosina potrebbe valere un guadagno di 100 euro in più.

    "C'è un sistema mafioso che gestisce il racket dell'elemosina", spiega Firrao, "ci sono delle persone che sfruttano animali e persone per fare soldi con l'elemosina". Il sistema sarebbe questo: "Organizzano dei viaggi dall'est Europa, fanno arrivare a Torino le persone, le scaricano in piazza Carlo Felice, dove ci sono altre persone che indicano i luoghi dove andare".

    Elemento essenziale del racket sarebbe il cane che viene fornito dall'associazione criminale: "Tutti i cani hanno lo stesso veterinario che si trova in Romania a distanza di 2.000 chilometri e questo è testimoniato dall'ENPA". Un sistema organizzato che è stato prima documentato e poi denunciato alla polizia locale che ha messo in atto alcune azioni e in corso ci sarebbe un'indagine.

    "Sugli animali la cosa incredibile è che dai filmati si vedono animali pieni di vita, ma poi se girate per la città quando fanno l'elemosina sono completamente fermi. Il sospetto è che siano drogati", continua Firrao che ha anche avanzato una proposta in Sala Rossa, "Abbiamo fatto un atto per modificare il regolamento comunale per l'accattonaggio con animali. Abbiamo chiesto una modifica per definire se il cane è realmente il migliore amico della persona in strada o se è un mezzo che viene dato per produrre soldi".

    Il documento di Firrao non mira a vietare l'accattonaggio con animali, ma tende a identificare i casi in cui l'animale e il senza fissa dimora sono vittime del racket dell'elemosina.

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  26. Di MIGRANTI ne abbiamo per almeno 100 anni

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  27. DISPERATO BISOGNO CHE SE NE VADANO!!!!!!

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  28. I soldi solo per i NON ITALIANI ci sono e sempre

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