E' in corso un fenomeno la #melonite. La Meloni è divenuta un'icona, il prototipo della statista, la futura premier, la donna della provvidenza.
Onde evitare equivoci e fraintendimenti, la mia è esclusivamente un'analisi politica, non certo una critica alla degnissima persona nonché moglie e mamma.
I problemi italici sono enormi, alcuni incancreniti ed al limite dell'umano. Ammesso che il centrodestra vinca le Elezioni, cosa di cui sono convinta, mi chiedo come potrà il nuovo governo (al quale faccio i migliori auguri) affrontare i macigni, in primis il DEBITO PUBBLICO.
La Meloni non è la MERKEL ed il popolo italico non è il popolo tedesco. Penso che la Meloni, dovrebbe parlare e promettere molto meno di quanto faccia. FDI e la sua indiscussa stella rischia di impantanarsi in una palude di problemi, dai quali si potrà uscire in lustri di durissimo lavoro. Il problema italico vero è la partitocrazia, l'esatto contrario della DEMOCRAZIA, la Meloni e la #melonite, sono una faccia della partitocrazia, una sua espressione.
Se non usciamo dalla UE, se non usciamo dall'euro, se
non torniamo alla nostra SOVRANITA' NAZIONALE e MONETARIA, continueremo a
brancolare in un sistema decotto.
Il cognato della Meloni è parlamentare e Capogruppo.
RispondiEliminaLa MELONI ha mai lavorato? Da sempre è in politica. Il politico dovrebbe provenire dal mondo del lavoro ed aver lavorato per anni. Persone degne, per carità ma che MAI hanno lavorato nel vero senso della parola, non saranno mai in grado di capire il mondo del lavoro
RispondiEliminaVedremo quando sara premier cosa è in grado di fare
RispondiEliminaParole, parole, parole, quando era Ministra non ha concluso per nulla
RispondiEliminaMiliardi ai Benetton dopo la strage del Ponte Morandi, zero manutenzione alla rete autostradale e adesso aumentano anche i pedaggi. Almeno per chi ha un minimo di memoria, questa storia dell’aumento dei pedaggi autostradali dovrebbe suonare proprio come una provocazione inaccettabile. Non solo perché si tratta di un aumento assolutamente ingiustificato dal momento che non sono certo aumentati gli interventi di messa in sicurezza della nostra rete autostradale, (anzi se dovessimo pagare in base alla sicurezza i pedaggi andrebbero ridotti quasi a zero) ma ci domandiamo come possa saltare in testa di proporre questo aumento quando ancora la strage del Ponte Morandi gridi vendetta. Dopo aver comprato nel ’99 dall’Iri, una infrastruttura tanto strategica per il Paese come Autostrade per l’Italia ad un prezzo stracciato, la holding controllata dei Benetton (Schemaventotto) la trasforma in un bancomat a forza di lesinare in manutenzioni e aumentando ingiustificatamente i pedaggi.
RispondiEliminaChe la privatizzazione di Autostrade si sia rivelata un affare per gli acquirenti lo dimostra il fatto che, dopo appena quattro anni, Schemaventotto riuscì a moltiplicare per sei volte il suo investimento e la società, pur gravata da quel debito, quotava in borsa poco meno del doppio di quanto incassato dall’IRI, e questo senza aver aggiunto nemmeno un chilometro alla rete, e avendo realizzato meno di un quinto degli investimenti previsti in convenzione. La privatizzazione di Autostrade, ossia il trasferimento di un monopolio naturale in mani private realizzato dalla maggioranza di centro-sinistra, porta su di sé il marchio di Romano Prodi, Carlo Azeglio Ciampi, Mario Draghi e Massimo D’Alema. Il processo di privatizzazione maturò durante il primo governo Prodi e proseguì e si concluse senza soluzione di continuità con il governo D’Alema, con Ciampi ministro del Tesoro di entrambi gli esecutivi, Draghi direttore generale e Gian Maria Gros-Pietro Presidente dell’Iri.
La formula magica che consente ai Benetton di fare enormi guadagni dalle autostrade si può semplificare così: massimizzare utili e dividendi, indebitando il gruppo Autostrade ed infine abbattendo al minimo (ma neppure quello) le spese per la manutenzione.n questo scenario la tragedia era ben più che annunciata, ed alla fine si arriva alla tragedia del Ponte Morandi, quando per evidente inadempienza sulla manutenzione e la sicurezza del Ponte, perdono la vita 43 persone. Persino l’Anac mette in evidenza che i problemi del Morandi erano noti a tutti dopo “l’accertamento, già negli anni ‘90, di un evidente stato di ammaloramento della struttura. Infatti, a fronte di un forte stato di degrado, gli interventi di tipo strutturale sono stati effettuati solo fino al 1994, quindi, da parte del precedente concessionario, Iri”.
Ma incredibilmente, neppure di fronte a questo massacro il vento assai favorevole per la famiglia Benetton, cambia direzione. Di fronte una catastrofe del genere il minimo che potevamo immaginare sarebbe stato la revoca della concessione per palese inadempienza. Ma non è andata così.
Lo Stato, attraverso Cassa depositi e prestiti decide di ricomprare Autostrade, coprendo letteralmente d’oro questa “famiglia”, nonostante tutti quei morti, tra i quali bambini, nonostante le negligenze sulla sicurezza, e nonostante che, per mettere in condizioni di sicurezza le autostrade italiane, serviranno 40 miliardi.
(fonte:la voce del Patriota - 5.7.2022)