venerdì 13 gennaio 2023

Indebite ingerenze...

Il governo italiano esprime giudizi sulla Russia.

 Il governo italiano esprime giudizi sull'IRAN.

Il governo italiano si schiera con l'Ucraina contro la RUSSIA.

Il governo italiano  dovrebbe occuparsi dei 100.000  problemi  italiani  e della povertà  e della miseria  che morde milioni di compatrioti.

E.CANETTI


ITALIA il Paese delle c a s t e.

L'Italia  è  il Paese  delle "caste". 

La Casta dei GIUDICI.

La Casta dei parlamentari.

La Casta dei Consiglieri Comunali.

La Casta dei Commessi del Parlamento.

La Casta dei boiardi  di Stato.

Sotto tutte queste caste il POPOLO che non riesce più nemmeno a sopravvivere.

   E. Canetti


martedì 20 dicembre 2022

C A R I T A S ma coi soldi dello Stato.

 

Le istituzioni, negli ultimi anni, hanno indubbiamente manifestato un sempre maggiore pregiudizio favorevole nei confronti del non profit (sempre più profit). Alla stessa stregua, ma da tempo immemore, si sono comportate nei confronti delle confessioni religiose. Chiaro dunque che, quando si tratta di non profit confessionale, il favore si eleva al cubo. Con il risultato che c’è chi ormai considera lo Stato come un bancomat, come fa tutta la compagnia di giro di Comunione e Liberazione. È una spirale potenzialmente infinita. Ma il movimento integralista fondato da don Giussani e i politici (tanti) che ne fanno parte non vanno considerati un’eccezione alla regola, quanto piuttosto un’estremizzazione di un fenomeno sempre più perverso.

Strutture alle dipendenze dei vescovi e funzionali alle loro strategie

Si pensi alle Caritas. Sono organismi pastorali, finalizzati quindi all’insegnamento e alla diffusione della dottrina cattolica. Prendiamo, a caso, lo statuto della Caritas di Albano: il primo degli scopi elencati è “approfondire le motivazioni teologiche della diakonia della carità, alla luce della Parola di Dio e del Magistero della Chiesa, in sintonia con i progetti pastorali della Chiesa diocesana”. Le Caritas sono infatti anche organismi diocesani (e a cascata parrocchiali): altrimenti detto, sono mere strutture alle dipendenze dei vescovi e funzionali alle loro strategie. Anche Caritas Italiana (che le raggruppa) è un organismo Cei. Fiscalmente rientrano dunque nella normativa delle diocesi, in quanto ne sono — sintetizzando al massimo — non più di una ramificazione dotata di un proprio statuto.

Nonostante, grazie alla compiacenza dei mezzi di informazione, godano di un’immagine senza eguali nell’ambito del volontariato, le Caritas sono ampiamente finanziate dai Comuni. Alcuni casi sono addirittura eclatanti: dal Comune di Roma che devolve loro le monetine lanciate nella Fontana di Trevi (chi le ruba viene invece arrestato), al Comune di Treviso, che ha emanato un’ordinanza anti-mendicanti per cui i soldi loro sottratti dalla polizia municipale finiscono alla struttura cattolica, fino al Comune di Caserta, che ha promesso che quanto otterrà con il Cinque per Mille lo girerà interamente alla Caritas.

Le Caritas non sono obbligate a rendicontare come utilizzano i fondi pubblici

Troviamo facilmente le Caritas negli albi dei beneficiari dei Comuni: le amministrazioni sono tenute per legge a rendicontare a chi danno anche solo un centesimo, ma le Caritas non sono obbligate a rendicontare come utilizzano i fondi pubblici che ricevono. Non sembrerebbero nemmeno tenute a dare particolare pubblicità ai loro bilanci: quantomeno online, se ne trovano pochissimi. Non siamo stati capaci di trovarli sui siti della Caritas di Roma e di quella ambrosiana. E anche il denso rapporto 2014 di Caritas Italiana, che pure enumera tante iniziative meritevoli, non entra però nel merito delle entrate e delle uscite. Quando siamo fortunati a trovare un rendiconto (come quello della Caritas di San Miniato) e lo analizziamo, notiamo che i fedeli offrono poco, e poco finisce ai bisognosi. La gran parte delle entrate arriva infatti dall’Otto per Mille (cioè dallo finanze pubbliche). Diverse diocesi risultano peraltro ricorrere anche al servizio civile, quindi con ulteriori oneri a carico delle finanze pubbliche.

 

Una forza lavoro che il governo vorrebbe ora addirittura incrementare. Sulla falsariga del servizio civile, nei giorni scorsi il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha proposto il “lavoro comunitario”. Bisogna fare in modo, ha affermato, che “nessun italiano in buone condizioni di salute che riceve un sussidio, per ragioni diverse, resti a casa a non fare nulla. Chi riceve legittimamente un aiuto dalla comunità perché ha perso temporaneamente il lavoro, sarebbe giusto che offrisse la sua disponibilità per quello che io chiamerei un ‘servizio comunitario’. Per fare un esempio potrebbe rendersi disponibile a distribuire i pranzi alla Caritas o assistere gli anziani”.

Indicativo dei riflessi condizionati clerical-pavloviani dei nostri politici

Se quest’ultimo esempio zoppica (che fine farebbe l’accompagnamento?), quello della Caritas è indicativo dei riflessi condizionati clerical-pavloviani dei nostri politici. A Poletti non viene proprio in mente che ci sono numerosi servizi di pubblica utilità a cui potrebbero essere dedicate queste persone? Che fine ha fatto l’assistenza sociale? Non ritiene, il ministro, che un servizio comunitario pagato da uno Stato laico dovrebbe essere improntato a laicità? Perché lo Stato deve costringere un bisognoso non cattolico a chiedere la carità a una struttura cattolica? Domande per ora senza risposta. Pare proprio che la frequentazione del Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione da parte di Poletti abbia dato anche in questo caso i suoi frutti.

Del resto, alle Caritas quanto (tanto) arriva non basta più. Monsignor Enrico Feroci, alla guida della Caritas della diocesi di Roma, è stato chiaro: “c’è una tale richiesta d’aiuto, oggi, che le istituzioni non possono chiudere gli occhi affidando tutto alla volontà di chi si mette al servizio dei più bisognosi, dovrebbero capire che i poveri sono parte della nostra società, persone con dei diritti. Ci vorrebbe più sinergia tra pubblico e privato”. Tanto chiaro è stato da dettagliare la richiesta: “A Roma esistono tanti edifici pubblici abbandonati, io stesso ho chiesto più volte a Comune, Regione e altri enti, di affidarceli in modo da poter realizzare nuovi ostelli, mense, case di accoglienza dandoci anche una mano a gestirli”.

Cambi di destinazione d’uso che le porteranno ulteriori profitti

Il più grande proprietario immobiliare del paese, che dispone di tante chiese sempre meno frequentate e di tanti conventi ormai vuoti, chiede che siano messi a sua disposizione gli edifici inutilizzati dello Stato. In tal modo la Chiesa potrà continuare a chiedere ai Comuni stessi cambi di destinazione d’uso che le porteranno ulteriori profitti: come è accaduto a Ravenna, dove il vescovo è finito indagato, e come sta accadendo a Genova, nella diocesi guidata dal capo dei vescovi italiani.

L’articolo 97 della Costituzione stabilisce che “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”. Erogare contributi a realtà di parte che non rendono conto di come li utilizzano e che non spiegano quale forza lavoro utilizzano e a quali condizioni contrattuali ne costituisce una violazione evidente. Non esistono altre realtà a cui sia concesso tanto. Sappiamo tuttavia che è un tema scomodo. Tanto scomodo che nessun organo di informazione trova il coraggio di denunciarlo.


 

 

 

 

lunedì 12 dicembre 2022

VARIOLIZZAZIONE...

 La vaccinazione è subentrata alla variolizzazione, e lo ha fatto tramite un meccanismo già acquisito dalla mente umana. Era stato osservato fin dai tempi più antichi che alcune forme di malattia ricorrono raramente più di una volta nella stessa persona, nel corso della sua vita. E quindi, quando la scarlattina il morbillo o il vaiolo si verificavano in una famiglia, era considerato saggio lasciare che la malattia facesse il suo corso, in modo da ottenere immunità da future infezioni. È sulla base di questo ragionamento che la pratica di inoculare la malattia venne introdotta dall’Oriente nel primo quarto del secolo scorso. Visto che nessuno può contrarre il vaiolo più di una volta, si diceva, perché non introdurlo artificialmente, trasmettendo la malattia nel periodo più opportuno? Ma la natura, per quanto compiacente, non accetta sempre il percorso che noi così ingegnosamente stabiliamo per lei. Ed infatti, la variolizzazione era un’operazione incerta e pericolosa. Con alcuni aveva effetto, e non la potevi distinguere da un normale attacco di vaiolo. Con altri aveva solo un effetto parziale, oppure nessun effetto del tutto. E questa operazione era spesso seguita da disagi, malattie della pelle, e altri gravi disturbi. Nè gli stessi variolizzati erano al sicuro dal vaiolo. Se per caso si prendevano il vaiolo dei loro vicini, allora si diceva: “Deve esserci stato un errore nell’inoculazione, perché è impossibile che una persona inoculata con successo possa avere il vaiolo”. Inoltre i variolizzati, oltre a soffrire delle conseguenze della malattia indotta, la trasmettevano anche a tutti quelli che gli stavano intorno. In questo modo il vaiolo veniva diffuso dal metodo stesso che avrebbe voluto sconfiggerlo.  Alla fine del secolo scorso la variolizzazione era diventata abitudinaria fra le classi più abbienti dell’Inghilterra. Le complicazioni e i pericoli non piacevano a nessuno, ma venivano accettati nel nome del dovere civile. La variolizzazione dei loro figli rappresentava un momento di ansietà che pesava come piombo sui cuori dei genitori amorosi, i quali apparivano grati e felici quando l’operazione andava in porto senza grosse complicazioni. La storia delle vaccinazioni è una storia di fallimenti, e man mano che uno di questi fallimenti si manifesta, si trovano delle scuse sempre meno sofisticate per giustificarsi.

V A C C I NA Z I O N I

Il secolo 19º è il secolo che vide la nascita delle vaccinazioni di massa, e con essa vide anche un feroce dibattito che prese forma, già allora, fra vaccinisti e anti-vaccinisti. Del gruppo dei secondi faceva parte lo scrittore William White, che nel 1885 – dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale in Inghilterra – scrisse il libro “The story of a Great Delusion” (La storia di una grande illusione). “Quando il mondo intero afferma, e continua a ripetere qualcosa all’infinito, si verifica un fenomeno singolare che i tedeschi chiamano “sciamare”, ovvero il raggruppamento degli uomini in sciami [oggi diremmo “gregge”, NdT], generando vere e proprie meraviglie quando si ritrovano in questa situazione miracolosa. È singolare, nel caso degli sciami umani, la assoluta unanimità e convinzione para-religiosa con cui le più stupide assurdità possano essere percepite come assiomi di Euclide, e non come articoli di fede. Assiomi ai quali non soltanto devi credere – a meno che tu sia profondamente malato – ma che devi anche spingere ad essere messi in pratica (se solo sei una persona dotata di onore e moralità), e che devi veder realizzati senza esitazione, se vuoi che la tua anima si salvi.” – Thomas Carlyle

Vi sono poche cose, fra la gente di cultura, in cui le convinzioni siano così assolute e così poco informate come la vaccinazione. Ti diranno che ha eradicato il vaiolo e che non è assolutamente dannosa, e se tu oserai soltanto mettere in dubbio una di queste affermazioni verrai etichettato come un sostenitore di “quegli ignoranti e fanatici anti-vaccinisti”. Se tu insisterai, e chiederai quando esattamente il vaiolo sia stato eradicato, e quale sia esattamente il vaccino che non fa danni, ti verrà probabilmente risposto che queste faccende riguardano la medicina, e che i fatti non sono in discussione. […] Sono quindi disposto a fare ampie concessioni rispetto all’atteggiamento credulone del pubblico verso le vaccinazioni, ma nel contempo insisto perché questo atteggiamento venga corretto. Perché ormai quella delle vaccinazioni non è più una questione privata. Siamo liberi di credere a ciò che vogliamo, ma nel momento in cui vogliamo imporre queste credenze a chi non le condivide, non possiamo lamentarci se ci viene chiesto di giustificare questa aggressione, o se veniamo accolti in malo modo. Imposta dalle leggi dell’Inghilterra, la vaccinazione riguarda la vita e l’intelligenza di ciascun cittadino, ed è quindi stupido pretendere che non faccia parte del dibattito popolare. A parte la sua imposizione obbligatoria, la vaccinazione potrebbe restare limitata ad un rito

giovedì 8 dicembre 2022

Presunto gruppo di 25 tedeschi...

 La storia di un presunto gruppo di 25 persone che avrebbero avuto intenzione di rovesciare il governo tedesco per ripristinare il Reich appare piena di buchi. Intanto un numero così esiguo di persone non sarebbe mai stato in grado di attuare una presa del potere a meno che non avessero avuto a disposizione un massiccio sostegno da parte delle forze armate tedesche, elemento che non pare esserci. Il fatto poi che tra i 25 ci fosse presumibilmente una cittadina russa fa pensare che la storia sia una fabbricazione dell'establishment tedesco che teme, o meglio è terrorizzato, dalle proteste della piazza e ha ideato probabilmente questa operazione di falsa bandiera per intimidire i dissidenti.

Alla Scala...

 E come ogni anno, la Scala è l'unico posto in Italia dove la politica viene acclamata. La Scala è perfetta per costatare il divario ormai incolmabile tra élite liberali e Paese reale.

Centro. Food. via Arcivscovado 3 TORINO